Legame tra attività fisica, disturbi alimentari e obesità

Fonte : Nutriactis/Ospedale Universitario di Rouen-Normandia

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’inattività fisica è uno dei principali fattori di rischio per la mortalità legata alle malattie non trasmissibili. Le persone con un’attività fisica insufficiente hanno un rischio di morte aumentato dal 20% al 30% rispetto a quelle che sono sufficientemente attive.

Pertanto, l’OMS raccomanda la pratica di una regolare attività fisica al fine di contribuire alla prevenzione e alla gestione di diverse patologie, come il diabete, i tumori, le malattie cardiovascolari, ma anche per i suoi effetti positivi sulla regolazione di alcuni fattori biologici e psicologici.

Raccomandazioni dell’OMS per gli adulti (dai 18 ai 64 anni):
*Pratica almeno 2h30 a settimana di attività fisica moderata,
*O almeno 1h15 a settimana di attività fisica intensa,
*O una combinazione equivalente di attività fisica da moderata a vigorosa;
Per ulteriori benefici per la salute, gli adultidovrebbe aumentare la pratica di attività fisica intensa a 5 ore settimanalimoderato o equivalente;
*Includere attività di rafforzamento muscolare che coinvolgono i principaliI gruppi muscolari dovrebbero essere praticati 2 volte a settimana o più.
Per questa fascia d’età, l’attività fisica comprende le attività ricreative o ricreative,viaggi (a piedi, in bicicletta), attività lavorative (lavoro), faccende domestiche,lo sport, o l’esercizio fisico programmato, nel contesto quotidiano, familiare o comunitario

L’attività fisica regolare può migliorare diversi marcatoriproblemi biologici, come il colesterolo, la pressione sanguigna o la glicemia a digiuno, ma anche la salute mentale con una riduzione dell’ansia o del dolore.

  • Colesterolo: livelli di colesterolo nel sangue
  • Glicemia: livelli di zucchero nel sangue
  • La mancanza di attività fisica, generalmente osservata durante i disturbi alimentari compulsivi o l’obesità, porta ad un aumento del rischio di sovrappeso e malattie croniche come il diabete o i dolori articolari.
  • Al contrario, l’iperattività fisica è frequentemente osservata in pazienti con un disturbo alimentare restrittivo e può anche essere patologica. Infatti, se l’attività fisica viene praticata in modo ossessivo (controllo cognitivo) ed eccessiva per controllare il peso, e se ha un impatto sulla qualità della vita e sulle attività quotidiane, allora può essere dannosa per la salute. Inoltre, questa iperattività è associata negativamente all’autostima e potrebbe quindi aumentare il rischio di depressione.
  • Un’attività fisica moderata potrebbe anche indurre cambiamenti benefici nel microbiota intestinale. Ad esempio, uno studio ha trovato un’associazione positiva tra la diversità batterica e la frequenza dell’attività fisica; Un’elevata diversità è generalmente associata a una buona salute.
  • Infine, è stato dimostrato che i programmi di perdita di peso incentrati sull’attività fisica sono più efficaci se accompagnati da un intervento nutrizionale.
  • È quindi fondamentale valutare l’attività fisica (durata, intensità, frequenza, tipologia, motivazione) al fine di integrarla nella prevenzione e gestione dei disturbi alimentari e dell’obesità.