L’importanza di sostenere la ricerca medica sull’obesità
In questo inizio dell’anno accademico 2025, la ricerca internazionale mette in luce due significativi avanzamenti nello studio dell’obesità.
L’obesità potrebbe essere determinata da una serie di indizi genetici.
Se gli scienziati avevano già stabilito un legame tra le predisposizioni genetiche e l’obesità, un nuovo studio* condotto a livello internazionale ha permesso di identificare i potenziali rischi di obesità fin dall’infanzia, al fine di consentire un approccio preventivo. Sebbene non sia ancora stato dimostrato che un particolare gene sia all’origine del sovrappeso (tranne in alcuni casi molto specifici), lo studio ha permesso di identificare una serie di peculiarità genetiche per stabilire un punteggio individuale e quindi indirizzare le persone che necessitano di un monitoraggio speciale. Questo potrà riguardare sia il peso e l’attività fisica sia eventuali malattie cardiache o vascolari. Per identificare questi marcatori sono stati analizzati i dati genetici di oltre 5 milioni di individui, che riguardano l’attività di centinaia di varianti che agiscono in concerto per provocare questa predisposizione all’obesità. I medici sono entusiasti perché questa scoperta permette di prevedere i rischi già a partire dai cinque anni, e quindi di intervenire il prima possibile per instaurare corrette abitudini alimentari. Inoltre, questa nuova tecnica predittiva è due volte più efficace del semplice monitoraggio dell’IMC nell’identificare i rischi di potenziale obesità o sovrappeso.
*Studio di Nature Medicine “Previsione poligenica dell’IMC e dell’obesità nel corso della vita e attraverso l’ascendenza”
Sul versante alimentare, uno studio ha dimostrato ancora una volta che gli alimenti ultra-trasformati sono nocivi per la salute e che una dieta priva di questi prodotti aiuta a perdere più peso.
Gli alimenti ultra-trasformati sono ancora una volta nel mirino. Questi prodotti industriali, spesso molto grassi, salati e/o dolci, abbondano sugli scaffali dei supermercati e attirano i consumatori grazie al loro prezzo basso e al marketing che li promuove. Numerosi studi e pubblicazioni hanno già individuato il modo in cui questi prodotti agiscono sul cervello e soprattutto sul peso. Ma un nuovo studio* ha appena dimostrato che, a parità di calorie, una dieta priva di alimenti ultra-trasformati (compresi quelli commercializzati come “sani”) permetterebbe di perdere il doppio del peso rispetto a una dieta che include prodotti industriali. I pazienti che hanno seguito la dieta senza prodotti industriali hanno perso più del doppio del grasso corporeo rispetto agli altri e hanno riferito ai medici coinvolti nello studio che i loro desideri di cibi grassi o zuccherati erano diminuiti. Un motivo in più per attenersi a un’alimentazione naturale, basata su prodotti di stagione, e conservare i cibi ultra-trasformati per le occasioni speciali!
*Studio di Nature Medicine “Diete ultra-elaborate o minimamente elaborate che seguono linee guida dietetiche sane su peso e salute cardiometabolica: uno studio crossover randomizzato”
BNP Paribas Cardif sostiene la ricerca medica nell’ambito del programma di prevenzione dell’obesità
